Archivio cinematografico

Diario di un maestro

TSK - Tipo scheda:
Film
DNM - Fondo:
Vittorio De Seta
TPL - Tipologia:
Film
Lungometraggio
STO - Stato:
Finito
TIT - Titolo:
Diario di un maestro
EDZ - Edizione/versione:
Edizione cinematografica
REG - Regia:
Vittorio De Seta
LNG - Lingua:
Italiano
SNS - Sinossi:
Il film racconta, narrandola in prima persona, l’esperienza scolastica vissuta da un giovane maestro napoletano, Bruno D’Angelo (interpretato da Bruno Cirino) che, fresco di nomina, assume l’incarico in una scuola della periferia di Roma, nel quartiere Tiburtino III. Al maestro viene affidata una quinta elementare formata da ragazzi difficili, ripetenti, molti dei quali abituati a disertare la scuola. D’Angelo si mette alla loro ricerca e in questa occasione ha modo di conoscere i disagiati contesti familiari in cui essi vivono. Resosi conto che i metodi tradizionali di insegnamento non hanno alcuna presa sugli allievi, il maestro avvia una sperimentazione pedagogica fatta di «dialogo-ricerca», un metodo ravvisato da Don Lorenzo Milani nel corso della sua esperienza pedagogica e che sarà esplicitato nella Lettera ad una professoressa del 1967. L’esperimento del maestro di Pietralata urta però la suscettibilità degli altri insegnanti e soprattutto quella del direttore, uomo di antica formazione, ligio alle «circolari del ministero», che definisce le iniziative del maestro troppo personali e in netto contrasto con i metodi tradizionali. Tuttavia il maestro non rinuncia e la sua attività didattica si fonda sull’ esperienza, configurandosi come laboratorio di vita. I problemi di attualità, le vicende quotidiane, il contesto familiare e i suoi disagi animano il lavoro della classe che diventa un gruppo in grado di organizzarsi e se necessario di autofinanziarsi. I problemi della borgata, ed in particolare quello della casa, così come le questioni sociali, diventano occasione per acquisire valori, per imparare regole e codici comportamentali. Ma questa «scuola di vita» secondo il direttore non è in grado di formare gli alunni preparandoli ad affrontare gli esami di licenza. Il maestro è costretto a rinunciare al proprio metodo d’insegnamento e avverte un senso di sconfitta, perciò abbandona la scuola e torna al suo paese dove trascorre qualche giorno in famiglia riflettendo su quanto è accaduto. Rendendosi conto delle responsabilità che si è assunto, comprende quanto sia importante l’opera iniziata e quanto affetto egli nutra per i suoi ragazzi, di conseguenza si ripresenta nella scuola romana. L’accoglienza affettuosa degli alunni lo rassicura e lo incita a proseguire per una scuola che li renda uomini liberi, indipendenti, nuovi. Nella realtà dei fatti l’esperimento condotto a Pietralata dal vero protagonista, Albino Bernardini, provocò un ampio dibattito che coinvolse grandi studiosi come Tullio De Mauro, Ada Marchesini Gobetti, Lucio Lombardo Radice. Il film ha avuto il merito di sottoporre a processo una scuola incapace di rinnovarsi e di confrontarsi con i problemi concreti della vita. Narrando della scuola De Seta in realtà affronta una denuncia sociale: lo sfruttamento e il lavoro minorile, l’analfabetismo, la disoccupazione, il problema degli alloggi popolari. Dal punto di vista specificamente didattico il film ha il merito di aver illustrato efficacemente metodi didattici rivoluzionari per quell’epoca, oggi ampiamente condivisi, quali l’elaborazione di saggi di scrittura collettiva, la lezione fuori dalle aule che consente il contatto diretto con l’ambiente di vita.
SGT - Soggetti:
Analfabetismo
Scuola
Società
Pedagogia
LCT - Location:
Roma (RM)