Il regista ci racconta come i catanesi abbiano saputo trarre beneficio da ciò che attenta alla loro stessa incolumità: la sciara, la lava incandescente e distruttiva dalla cui solidificazione i cavatori estraggono la pietra su cui e con cui la città si edifica.
La sciara in tal modo indica l’anima stessa del vulcano, da cui proviene la materia prima, “U travertino di l’Etna”, che prenderà le sembianze di strade, palazzi, sculture e che ha regalato, simbolo della città, l’elefantino di Piazza Duomo, quasi a voler affermare la rivincita dell’uomo sulla natura.