Il documentario ha inizio nelle sale del Museo Pitrè di Palermo, dove sono esposti costumi, carretti, ceramiche, marionette e cartelli dell’Opera dei Pupi, espressione cara al popolo siciliano e ispirata al ciclo carolingio dei Paladini di Francia. Sono proprio i Pupi i “prodi cavalieri”, le cui gesta sono narrate nella Chanson de Roland e ne L’Orlando Furioso.
In una piccola bottega del centro storico un puparo intaglia nel legno le teste dei Pupi, mentre un altro cesella le preziose armature. Il documentario esplora l’animato centro cittadino: via Maqueda, il Cassaro e la Cattedrale, Porta Nuova, il porto della Cala, i mercati storici. Tra i vicoli è ancora attivo un piccolo teatro, che la vita moderna con i nuovi strumenti di comunicazione e di intrattenimento ha respinto al margine. Eppure l’Opera dei Pupi continua ad appassionare ed emozionare il pubblico, come ai tempi dei due grandi attori Giovanni Grasso e Angelo Musco. Fuori dal teatro, all’aperto, attori comici di strada improvvisano parodie delle gesta dei Paladini.